“Entro sei mesi il nostro parere sulla separazione Trenitalia-Rfi ”
PARLA ANDREA CAMANZI, PRESIDENTE DELLA AUTHORITY DEI TRASPORTI NATA DOPO UNA GESTAZIONE QUASI VENTENNALE. “NON DEFINIREMO NOI LE TARIFFE MA VIGILEREMO A TUTELA DI CONSUMATORI E OPERATORI”. AUTOSTRADE, PORTI E AEROPORTI SOTTO ESAME
Roma «Q uesta è una vera start up », dice Andrea Camanzi, 64 anni, manager di lungo corso (Olivetti e Telecom), poi consigliere dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, ora presidente della neonata Authority dei trasporti. Una start up con una lunga gestazione, però: Bill Clinton era al suo primo mandato quando, nel 1995, le prime Authority dei servizi di pubblica utilità furono pensate con l’adozione della legge 481. Diciotto anni dopo arriva in porto pure quella dei trasporti, in un mondo cambiato, segnato, anche sul piano della cultura economica, dalla più profonda recessione dal dopoguerra. L’occidente — forse — sta ricominciando a crescere lentamente. La cavalcata del liberismo si è fermata, la fiducia nel mercato fortemente ridimensionata. L’Italia è la grande malata in Europa. È questo il contesto. Eppure siamo il primo paese nel quale si è aperta la concorrenza ferroviaria sull’alta velocità: Italo di Ntv di Montezemolo e soci, contro i Frecciarossa dell’incumbent statale Trenitalia, guidata da Mauro Moretti, proprietaria della rete su cui viaggiano tutti i vagoni e, dunque, con una posizione di evidente vantaggio rispetto al concorrente. Questione centrale anche per la nuova Autorità. Che dirà la sua entro giugno, come annuncia in questa intervista il presidente Camanzi. Ma non è da qui che inizia il colloquio. Perché prima, infatti, bisogna mettere concretamente in condizioni